Uno squadrone di folletti

Il bisogno di perseguire questo scopo viene sentito per la prima volta in Lombardia nel 1980, anno in cui l’Italia inizia a rendersi conto dell’importanza del rispetto per l’ambiente. In realtà già negli anni ’70 si iniziavano a intravedere i primi movimenti ambientalisti come quelli per la battaglia contro il nucleare, ma è nel 1980 che gli ecologisti iniziano a schierarsi in veri e propri gruppi organizzati come Legambiente o il partito dei Verdi.

In quale modo le guardie ecologiche mantengono la pace tra uomo e natura? Prima di tutto, cercando di diffondere una cultura ambientalista attraverso attività di educazione ambientale in ambito scolastico e promuovendo l’informazione sulla legislazione in materia di tutela ambientale. L’attività che più le contraddistingue però è quella di rilevamento ambientale che viene attuata attraverso il censimento di specie protette, il monitoraggio dei fiumi o delle oasi protette, e la collaborazione con gli istituti di ricerca, l’ARPA, la Provincia o i Comuni. Infine, le Guardie Ecologiche lavorano a fianco della Protezione Civile nelle varie situazioni di emergenza.

 

Così, le guardie ecologiche intervengono nei casi in cui l’uomo rechi danno alla natura e viceversa. Sono state le guardie ecologiche, ad esempio, ad occuparsi il Marzo scorso della pulizia del fondale del laghetto dei Giardini Margherita, a Bologna, che ospitava una piccola Atlantide sommersa: papere e tartarughe si aggiravano ormai ignare tra biciclette, cestini del rusco, lattine e altri rifiuti che giacevano sul fondo del laghetto da quasi vent’anni (tanti erano gli anni dai quali non veniva praticata una pulizia profonda del laghetto).

Allo stesso tempo sono loro ad intervenire quando la forza incontrollabile della natura sconvolge la vita dell’uomo. Sono intervenuti nel 2005 dopo lo scontro dei due treni a Crevalcore, quando la nebbia era così fitta da impedire al macchinista di vedere il semaforo rosso e sono presenti tuttora in Abruzzo, a riparare i danni provocati dal terremoto.

Una responsabilità di questo tipo richiede indubbiamente una valida preparazione. Per diventare guardie ecologiche è necessario infatti frequentare il corso di formazione e apprendistato organizzato dalla Federgev (l’associazione che coordina le GEV) e superare l’esame previsto al termine del corso. Dopodiché, il Prefetto rilascia il Decreto di Guardia Giurata Ecologica o Ambientale, un’autorizzazione di polizia ad esercitare l’attività di vigilanza. Il Presidente della Giunta Regionale o della Provincia rilascia poi alla futura guardia ecologica l’Atto di nomina o incarico a Guardia Ecologica con potere di accertamento di illeciti amministrativi; il volontario diventa guardia ecologica solo dopo aver prestato giuramento davanti al Pretore o al Sindaco.

Le guardie ecologiche non sono quindi solo dei semplici volontari, ma vengono riconosciute come pubblici ufficiali: possono redigere verbali o imporre sanzioni in caso di violazione della legislazione e hanno l’obbligo di informare l’autorità giudiziaria di ogni fatto di rilevanza penale. Questo fa di loro soprattutto dei tutori della legge, più che degli accaniti ambientalisti: parte del loro compito consiste proprio nel far rispettare la legge, indipendentemente dalle loro convinzioni ambientaliste.

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